Il fenomeno esplosivo del low cost
“Un fenomeno a dir poco esplosivo”. Così il Direttore Generale dell’Enac Alessio Quaranta definisce il low cost in occasione della presentazione dello studio “Evoluzione del traffico low cost a livello europeo e nazionale”, lo scorso 18 maggio a Roma. Il rapporto era stato commissionato dall’Enac alla società Kpmg per approfondire in maniera scientifica l’impatto di questa tipologia di traffico sul comparto e sul territorio.
“Tutta la crescita degli ultimi anni si deve alle low cost”, dichiara a sua volta il Presidente dell’Enac Vito Riggio, che aggiunge di aver scritto ai Presidenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato, Valducci e Grillo, perché “valutino di dedicare parte delle loro attività a fare chiarezza sul fenomeno”. Fenomeno che secondo Riggio è da studiare anche nell’interesse degli altri vettori in vista della crescita prevista per i prossimi anni e quantificata in “100 milioni di passeggeri da catturare”.
Lo studio
L’indagine resa pubblica dall’Enac è tesa a fornire un quadro conoscitivo completo del fenomeno low cost, anche attraverso l’approfondimento di specifiche realtà europee. Il lavoro, riferito al quinquennio 2004-2009, si sviluppa in due fasi distinte: l’evoluzione del traffico low cost e il suo impatto sul sistema aeroportuale.
Low cost e crescita
Ecco i risultati. I vettori tradizionali hanno tenuto ma la vera crescita è legata al low cost. Il settore ha contribuito in maniera rilevante all’aumento complessivo del traffico europeo, compensando la fase di stabilità del comparto tradizionale. Tra il 2004 e il 2009, infatti, il traffico low cost è passato dal 13% al 22% del totale, con un tasso medio di crescita pari al 18%. La forte espansione del low cost è confermata anche dai tassi di crescita dei tre vettori leader (Ryanair, EasyJet e Air Berlin) che nel periodo considerato hanno quasi raddoppiato il volume di traffico.
Un fenomeno europeo
Altro dato interessante emerso dallo studio è la natura europea del fenomeno: ad essere invasa dalle low cost non è solo l’Italia ma tutta l’Europa. Tra i paesi analizzati – Italia, Germania, Inghilterra, Spagna e Francia – l’unica realtà che ha arginato l’avanzata delle low cost è la Francia, dove il traffico nazionale risulta dominato ancora dalla compagnia di bandiera.
Ancora, il rapporto segnala come il calo di traffico registrato nel segmento tradizionale (circa il 10% annuo in meno) abbia spinto gli aeroporti a cercare soluzioni in grado di sostenere la domanda. Questa è stata garantita soprattutto attraverso accordi di marketing con i vettori low cost, che sono stati attirati dagli aeroporti a suon di contributi.
La richiesta di Riggio
In alcuni casi tuttavia, a fronte di una grande crescita, gli aeroporti sono andati in passivo. Ecco perché – afferma Riggio – “emerge l’indispensabile necessità che l’Italia si doti di una vera autorità indipendente nel settore dei trasporti”, come prevedono le direttive comunitarie. Il Presidente dell’Enac a questo proposito concorda con il Presidente dell’Antitrust Catricalà, che aveva suggerito di creare all’interno dell’Autorità una sezione dedicata alle tariffe dei trasporti.