Recitare la vita
Quando “TIR”, ha vinto il festival del cinema di Roma, il mio amico e regista
Mattuzzi Francesco, si è depresso. Comprensibilmente. Il suo collega è arrivato prima
e soprattutto, primo. Ma mica esiste solo un film di guerra, gli ho detto. Ce ne sono
mille e, di conseguenza, ce ne possono essere mille anche su camion e camionisti.
Sì, perché anche lui sta girando un film su di noi, sulla nostra vita da strada. Le mie
parole lo hanno rincuorato, si è ridestato, e questa settimana è venuto via con me,
giacchè io sono uno dei protagonisti del suo progetto in essere. Progetto che ora, si
avvierà alla fase di scelta, premontaggio, montaggio e rifinitura delle scene e della
qualità video, nonché della scelta e della sincronia della colonna sonora, curata da un
musicista di prim’ordine in questa specialità. Così, fra scarichi e spostamenti diurni,
le serate invece, sono passate velocemente fra cineprese, microfoni, faretti e
cavalletti. E poi prove, riprove, prese e riprese. Registrazioni, visioni e correzioni.
Non pensavo fosse così faticoso recitare. Oh beh, sempre meglio di guidare e
scaricare, ma decisamente un’esperienza bellissima quanto impegnativa, e pure
istruttiva. Spero venga eseguito anche un contenuto extra, come capita di trovare nei
DVD ufficiali della maggior parte dei film, con scene tagliate e ciak sbagliati. Perché
l’impegno e lo sforzo per fare le cose al meglio delle nostre possibilità, sono stati
messi, ma abbiamo anche riso un sacco sugli errori di qualsiasi tipo che puntualmente
si commetteva e soprattutto commettevo. Vi assicuro che, ad esempio, girare una
scena in cui devi essere triste al limite della commozione, mentre hai la ridarola
addosso, è davvero dura e le ripetizioni si sprecano. Per assurdo insomma, a me
personalmente, che sono sempre stato e continuo ad essere molto curioso, piacerebbe
vedere un film del film.
Messa da parte questa singolare esperienza, e fatto scattare il conto alla rovescia
dell’attesa, per l’uscita di questo film documentario, riprendo possesso solitario della
cabina e ritorno a pieno regime a fare, ed essere, “solo” un camionista. Girare in due e
con borsoni pieni di cianfrusaglie al seguito, hanno messo alla prova la mia tolleranza
verso il disordine e la convivenza forzata, tanto che per i prossimi cinque anni
almeno, non porterò più via nessuno!
Buona strada.
Ciao Fab!
Sono curiosa di vederti recitare la parte di te stesso in un film!!!
Hai avuto ragione a dire a Francesco che non esiste mica un solo film per un argomento! Anzi, più se ne fanno più sono i punti di vista e gli approfondimenti e più forse la gente capirà qualcosa del nostro mestiere.
Aspetterò con ansia anche questo nuovo film, nel frattempo un salutone a te e a Francesco e buona strada sempre per il vostro lavoro!!!
Ciao bbye!!