Si avvicina gennaio e come di consueto, dopo i
regali natalizi, arriva l’atteso aumento dei pedaggi autostradale. Atteso da chi? Da
Gavio, Benetton, Toto e altri, ovvero i signori delle autostrade, che attraverso le
loro richieste di incrementi tariffari continuano a prosciugare l’esigua liquidità
di imprese e cittadini. Le più recenti analisi Aiscat ci riportano, nell’ultimo
anno, un traffico dei mezzi pesanti in crescita e quindi sembra ancora più
ingiustificato un rialzo che andrebbe a deprimere una tendenza positiva legata alla
ripresa economica e allo scambio delle merci. “Oggi come negli anni scorsi - ha
dichiarato Cinzia Franchini, Presidente nazionale dell’associazione degli
autotrasportatori artigiani, CNA Fita - continuiamo a richiedere un congelamento
degli aumenti richiesti dai concessionari che impatterebbero immediatamente nei
conti economici delle imprese d’autotrasporto che sono la cinghia di distribuzione
delle ripresa, seppur debole, del nostro paese. I concessionari hanno goduto
nell’ultimo decennio, come ha più volte evidenziato la stessa Autorità dei
Trasporti, di incrementi tariffari annuali che vanno oltre le medie economiche di
altri settori e della stessa inflazione. Per esempio negli ultimi 13 anni, su A24 e
A25, i pedaggi sono cresciuti del 187%. Un trattamento d’eccezione che sarebbe
opportuno riservare a quelle aziende che ogni giorno affrontano il rischio d’impresa
e non sono garantite da rassicuranti Concessioni di Stato. Prosegue la Franchini -
da qui la richiesta al Ministro Delrio di non concedere nel 2017 nessun aumento
delle tariffe a tutte le concessionarie autostradali”.