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Incontro MIT-Autotrasporto: ANITA soddisfatta per il senso di responsabilità del Ministero
ANITA esprime soddisfazione per il senso di responsabilità e disponibilità mostrati dal MIT nei confronti delle esigenze del settore autotrasporto e logistica che, stabilizzando le risorse destinate al comparto per il 2018 e 2019 (rispettivamente 236 e 240 milioni), riconosce il ruolo fondamentale del comparto per l'economia italiana e restituisce, allo stesso tempo, certezze alle imprese. Durante l’incontro avvenuto con il Sottosegretario Simona Vicari e il Capo di gabinetto del Ministero, Mauro Bonaretti, sono state garantite importanti misure che permetteranno alle imprese di recuperare competitività: l’aumento dell'altezza dei veicoli a 4,30 metri e la circolazione solamente con la copia del libretto a bordo del veicolo nei trasporti intermodali; l’avvio di Marebonus e Ferrobonus i cui decreti attuativi sono pronti e dovrebbero essere pubblicati in GU entro la fine del mese di maggio; la decontribuzione per gli autisti internazionali che, in caso di mancato benestare da parte delle autorità comunitarie, sarà mantenuta entro il tetto del "de minimis". “È stato promesso che la misura sarà presentata a Bruxelles per avere una risposta definitiva sulla fattibilità – fa rilevare Baumgartner, specificando che – ANITA chiede con insistenza che la decontribuzione sia estesa anche alle imprese con flotte consistenti di veicoli poiché potrebbe frenare il fenomeno della delocalizzazione”. Altro aspetto fondamentale per il funzionamento del settore sono le revisioni annuali dei veicoli oltre le 3,5 ton per le quali ANITA ha chiesto il potenziamento degli organici delle Motorizzazioni e la possibilità di effettuarle anche presso officine private: "ANITA chiede da anni l’ingresso di operatori privati per questa attività come, di fatto, avviene nel resto dell'Europa e in altri settori (trasporto aereo). Purtroppo, si è arrivati al collasso del sistema e a tempi di prenotazioni che arrivano, in taluni casi, anche a 9 mesi, per comprendere la bontà della nostra proposta. Abbiamo dato disponibilità a supporto del MIT circa la volontà di avviare uno studio che si concluderà prima dell'estate per identificare un modello organizzativo che preveda anche l'apertura alle officine private. Ora, occorre che venga messo in pratica quanto promesso" aggiunge Baumgartner. Il MIT ha assicurato, inoltre, di voler continuare nell'azione di regolarizzazione del settore. Infatti, dopo una prima esclusione dall'Albo dell’autotrasporto di oltre 23 mila aziende non in regola e senza veicoli, è stato chiesto alla Presidente di ampliare le verifiche al rapporto tra mezzi e autisti assunti e all’aspetto fiscale, anche attraverso la verifica della capacità finanziaria per i soggetti che non versano l'Iva. Altro tema concordato al tavolo riguarda la riorganizzazione in tempi brevi delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, che sarà oggetto di specifiche “linee guida” emanate dal Ministro Delrio. È stato anche firmato il decreto relativo al pagamento degli sconti sui pedaggi autostradali per l’anno 2015. All’incontro sono stati richiesti interventi normativi anche per allargare le regole del distacco ai trasporti internazionali, per il pagamento dei noli di trasporto a 60 giorni e per i costi minimi: "ANITA, in proposito, ha ribadito che crede nella libera concorrenza e nella capacità imprenditoriale di definire i prezzi e termini di pagamento. Piuttosto, dovrebbe essere la Pubblica Amministrazione a dare esempio di affidabilità nei tempi di pagamento e la committenza dovrebbe essere più convinta che un settore dell'autotrasporto sano, competente e professionale è fondamentale per il sistema produttivo italiano e per il made in Italy, mentre puntare al ribasso dei costi logistici non porta da nessuna parte" conclude il Presidente di ANITA.
Costi di esercizio, i valori indicativi di novembre
ll Ministero dei trasporti ha aggiornato i valori di riferimento dei costi dell’autotrasporto, indicativi per le imprese di trasporto merci per conto terzi, validi per il mese di novembre 2016 .
I costi sono stati aggiornati in base al prezzo medio del gasolio alla pompa registrato lo scorso novembre, pari a 1.327,16 euro per 1000 litri. Si registra dunque un aumento rispetto al mese scorso. Il Ministero definisce i valori di riferimento dei costi di esercizio, scorporando la componente dell’Iva (scaricata dalle imprese di autotrasporto) dal prezzo mensile del carburante. In più, per i veicoli di massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate, il Ministero tiene conto degli sconti accordati ai trasportatori sulle accise.
Calendario divieti mezzi pesanti: ANITA e UNATRAS disapprovano le scelte del MIT
ANITA e UNATRAS criticano duramente le proposte del MIT sul calendario 2017 dei divieti di circolazione dei veicoli pesanti adibiti al trasporto di merci che ricalcano una impostazione basata su vecchie logiche, frenano la produttività, minano la timida ripresa economica in atto e sono in controtendenza rispetto alle mutate esigenze del mondo dell’industria e del commercio. Tutto il comparto produttivo necessita di un efficiente sistema logistico per la distribuzione delle merci che non può essere interrotto ogni qualvolta si riversano sulle strade i "vacanzieri". Il settore del trasporto e della logistica chiede da anni una sostanziale revisione del calendario dei divieti che risulta ormai datato e non rispondente alle esigenze del mondo produttivo e distributivo, per un recupero di competitività delle imprese attraverso la riduzione complessiva delle giornate di divieto, in particolare quelle infrasettimanali non coincidenti con festività, pur nel rispetto della sicurezza della circolazione che il calendario intende tutelare. L'Italia presenta il maggior numero di giornate di divieto della circolazione rispetto a tutti gli altri paesi UE, alcuni dei quali – come Olanda e Danimarca – addirittura non fissano nessun divieto di circolazione durante l'anno. Ancora una volta si è dovuto registrare non solo il mantenimento di tali giornate, ma anche una qualche remora a ricercare soluzioni alternative, che pure potrebbero essere adottate, come quella di prevedere che nelle giornate non festive incluse nel calendario sia disposto un divieto di sorpasso sulle autostrade e sulle strade a due corsie in alternativa al divieto di circolazione. Anche sotto il profilo delle scelte di sistema del trasporto intermodale, le Associazioni hanno dovuto registrare una ferma presa di posizione dell’Amministrazione contraria ad una maggiore apertura della deroga per il trasporto combinato terrestre e marittimo. Se davvero il sistema logistico nazionale è uno degli asset strategici per il rilancio economico del Paese, allora occorre eliminare ogni limitazione alla circolazione delle merci e ci aspettiamo che il Ministro Delrio assuma scelte coerenti che vadano in tale direzione.
Rilancio dei traffici: una cura del “ferro” per il porto di Napoli.
“Siamo certi che le decisioni del Ministro Del Rio porteranno a Napoli un Presidente dell’Autorità di Sistema di grandi competenze, in grado di dare, finalmente, un reale impulso allo sviluppo dei traffici. Per anni si è pensato esclusivamente a risolvere problemi strutturali con soluzioni a breve termine. Occorre una visione che proietti lo scalo partenopeo sui mercati internazionali intraprendendo da subito scelte strategiche. Tutti gli scali italiani che hanno una significativa crescita continuano ad investire nel ferroviario operando politiche di sviluppo che migliorano i collegamenti e l’operatività del porto. Operiamo con la Servizi Ise per le manovre dei carri in porto e nonostante i grandi sforzi imprenditoriali non abbiamo visto attuare una vera politica progettuale di sviluppo ferroviario nonostante questo scalo abbia un collegamento diretto a tutta la rete ferroviaria nazionale, particolare importantissimo che darebbe grande appeal al porto sul mercato internazionale dei grandi player del trasporto.” Dichiara Salvatore Antonio de Biasio, Presidente Interporto Sud Europa. “Con viva soddisfazione apprendiamo che i dragaggi andranno a gara prossimamente e di seguito si lavorerà alla cassa di colmata del terminal container di levante ma nel mentre è indispensabile attuare in tempi brevi una serie di misure di competenza dell’AP per consentire un maggior e miglior sviluppo del “ferro” in porto per far defluire le merci più rapidamente. Incentivare l’utilizzo della ferrovia non solo scongiurerebbe altre crisi con gli autotrasportatori (per le attese inconcepibili in entrata ed in uscita dei tir) come quella delle scorse settimane ma si farebbe anche un passo verso l’alleggerimento dell’inquinamento che, va ricordato, dipende solo in minima parte dai motori delle navi in banchina mentre il vero problema è dato dalle migliaia di passaggi camion ai varchi concentrati – conclude De Biasio - nei giorni e nelle ore di permanenza a banchina delle grandi portacontainer.”
Linea AV/AC Treviglio- Brescia: viaggio prova del Ministro Infrastrutture e Trasporti Delrio
Sono in corso le prove tecniche per l’attivazione commerciale domenica 11 dicembre 2016, in concomitanza con il nuovo orario ferroviario. La linea AV/AC Brescia – Milano consentirà così, nella prima fase, di portare a 36 minuti i tempi di viaggio fra la Madonnina e la Leonessa. A 30 minuti con il completamento dell’interconnessione a Brescia Centrale. Il risparmio di tempo sarà di oltre il 30%.
A Brescia Centrale i treni AV saranno attestati, nella prima fase, sui binari 1 e 2.
La nuova linea Treviglio – Brescia completa l’asse ferroviario AV/AC Milano – Brescia ed è un’ulteriore tappa nella realizzazione del Core Corridor Mediterraneo, di cui è parte integrante, che collega la Penisola iberica fino al confine ucraino e che in Italia si estende da Torino a Trieste.
L’opera, costruita prevalentemente in affiancamento alla BreBeMi, permetterà di incrementare la capacità di traffico sull’asse ferroviario Milano – Brescia, creando i presupposti per l’aumento dell’offerta di trasporto da e per Brescia.
Oltre a ridurre i tempi di viaggio fra la Madonnina e la Leonessa la nuova linea AV/AC consentirà la separazione dei flussi di traffico (alta velocità, media e lunga percorrenza, regionali/metropolitani e merci); una maggiore fluidità e migliori standard di regolarità e puntualità del traffico ferroviario; potenziamento sulla linea convenzionale del traffico regionale e metropolitano; e una migliore affidabilità dell’infrastruttura ferroviaria complessiva.
La nuova linea AV/AC Treviglio – Brescia (complessivamente 58,2 km, di cui 39,6 di linea AV/AC vera e propria) attraversa 20 comuni nelle province di Milano, Bergamo e Brescia e si innesta nel nodo ferroviario di Brescia attraverso l’interconnessione Brescia Ovest (circa 11,7 km) e il successivo tracciato di attraversamento urbano (6,9 km). Le opere principali realizzate sono i viadotti sui fiumi Oglio (lungo 1.287 metri) e Serio (957 metri) e la galleria artificiale di “Lovernato 2” (525 metri) sull’interconnessione di Brescia. L’investimento economico complessivo è di circa 2 miliardi di euro.
Ottime performace per i veicoli industriali a settembre!
ll Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE, sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per il mese di settembre 2016 ha stimato una crescita del mercato italiano dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5 t pari al 57,9% rispetto allo stesso mese del 2015 (1.620 unità contro 1.026).
Il cumulato dei primi nove mesi dell’anno in corso evidenzia una crescita del 40,6% sullo stesso periodo del 2015, dovuta alle 15.904 unità del 2016, che si confrontano con le 11.311 del 2015.
Per i veicoli pesanti con massa totale a terra superiore alle 16 t, l’incremento registrato a settembre 2016 è stato del 47,3% (1.245 unità immatricolate, contro le 845 del settembre 2015).
Nei primi nove mesi dell’anno le 12.353 unità immatricolate sopra le 16 t indicano un incremento del 40,7% rispetto alle 8.779 unità immatricolate nel gennaio-settembre 2015.
“La costanza dell’incremento del mercato, consolidatasi anche a settembre, ci conferma l’effettiva inversione dell’andamento delle immatricolazioni di veicoli industriali in Italia, dopo il lungo periodo di sofferenza iniziato nel 2008”, commenta il Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, Franco Fenoglio, che aggiunge: “abbiamo sempre ritenuto e riteniamo che – in mancanza di interventi strutturali di sostegno del rinnovo del parco – le misure finanziarie e fiscali adottate lo scorso anno, e in particolare il cosiddetto super-ammortamento del 140%, abbiano dato un valido impulso agli investimenti per l’acquisto di nuovi mezzi da parte delle imprese di autotrasporto”.
In merito, pur apprezzando le intenzioni del Piano Nazionale Industria 4.0 presentato dal Ministro Calenda, UNRAE in tutte le sedi istituzionali competenti e verso la Stampa ha manifestato preoccupazione per la riduzione della misura incentivante, prevista al 120%, chiedendo che ne venga ripristinato il valore originario.
“L’UNRAE – sottolinea Fenoglio – esprime un forte apprezzamento per l’attenzione che il Governo sta dedicando al tema e accoglie favorevolmente le ultime notizie sulla Manovra 2017 che sembrano confermare il mantenimento della misura così come previsto già nel 2016”.
L’attuale andamento del mercato non meriterebbe un tale provvedimento punitivo, perché conferma la sensibilità dell’autotrasporto nazionale ai problemi della sostenibilità e della competitività, tanto più gravi in presenza di un parco circolante di età media avanzata e non in grado di garantire adeguati livelli di sicurezza e rispetto ambientale.
Inoltre, la prevista riduzione del super-ammortamento porterebbe ad una anticipazione della domanda di veicoli industriali nei prossimi mesi, con prevedibile successivo calo agli inizi del 2017 e relative conseguenze sul mercato”.
Questi argomenti, unitamente alle dinamiche nazionali ed internazionali del trasporto merci e al tema dell’occupazione, con particolare riferimento alla formazione di giovani autisti, saranno oggetto della Conferenza Stampa che la Sezione Veicoli Industriali di UNRAE terrà a Roma il prossimo 8 novembre.
“Siamo convinti – conclude Fenoglio – che i trasporti siano una componente essenziale di ogni politica di sviluppo industriale e, quindi, riteniamo realistico e corretto che il comparto venga ascoltato e sostenuto con decisioni politiche e misure concrete che indirizzino tale sviluppo”.
Presidente Riggio chiede convocazione Conferenza Servizi per gara rotte onorate Lampedusa e Pantelleria per triennio 2017-2019
Il Presidente dell’ENAC Vito Riggio rende noto di aver chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio di convocare al più presto la Conferenza di Servizi tra il Ministero stesso, la Regione Siciliana e l’ENAC, con la partecipazione dei sindaci di Lampedusa e Pantelleria, per determinare il bando di gara finalizzato all’attivazione, per il triennio 2017 – 2019, dei collegamenti con le isole minori della Sicilia, in regime di oneri di servizio pubblico.
Dato che la Commissione Europea chiede sei mesi solo per la pubblicazione del bando, si rende necessario un pronto avvio delle procedure al fine di evitare interruzioni di un servizio importante, a salvaguardia del diritto alla mobilita dei residenti delle due isole.
Considerato, pertanto, che l’ENAC ha già messo a disposizione del Ministero circa 7 milioni di Euro di proprie risorse da destinarsi alle rotte onerate da e per Lampedusa e Pantelleria, e che la partecipazione economica della Regione Siciliana è di 12 milioni di Euro, il Presidente Riggio chiede al Ministro Delrio di individuare nel bilancio dello Stato le rimanenti risorse, di circa 15 milioni e mezzo di Euro, per assicurare la copertura per il triennio 2017 – 2019.
Il Presidente Riggio esprime la propria convinzione che il Governo Renzi garantirà le rotte onerate con le due isole minori della Sicilia, come avviene già da circa 10 anni, con indubbi effetti positivi sia sui residenti di Lampedusa e Pantelleria, sia sul turismo e sull’economia del territorio.
Autotrasporto 4.0, Malvestio: “La scelta della sostenibilità non è più rimandabile. Il trasporto abbandoni i carburanti fossili”
La logistica non ha scelta: deve abbandonare i combustibili fossili. Occorre una rivoluzione urgente a favore dei carburanti bio”. E’ questo il messaggio lanciato da Antonio Malvestio, presidente del Freight Leaders Council, nell’ambito del convegno “Autotrasporto 4.0”, che si è svolto oggi presso l’Auditoriun Mercedes Benz di Milano, organizzato da Dekra Italia in collaborazione con la Liuc Università Cattaneo e il Freight Leaders Council (con il patrocinio dell’Albo degli Autotrasportatori, MIT).
Malvestio ha delineato l’aspetto più importante che il mondo della logistica e dell’autotrasporto si troverà ad affrontare in un futuro molto prossimo, anticipando un tema ampiamente trattato nel lavoro che il FLC sta ultimando: il Quaderno #25 sulla sostenibilità del trasporto che verrà presentato ufficialmente nelle prossime settimane.
“E’ necessario accelerare l’eliminazione dei combustibili fossili che utilizzano l’ossigeno producendo un eccesso di Co2 – ha detto il presidente del FLC – Abbiamo però un importante vincolo: i carburanti bio devono essere compatibili con i motori esistenti. Oppure realisticamente la conversione non sarà possibile”. Qual è la soluzione? “Occorre seguire due strade parallele: passare a combustibili con minor impatto ambientale, massimizzando per esempio l’uso di LNG, e accelerare la disponibilità di combustibili bio compatibili con i motori esistenti. Bisogna creare una vera e propria ossessione per agire rapidamente”.
Nel futuro dell’autotrasporto dovrebbe esserci anche semplificazione normativa che porti a un riassetto del mercato nel segno di una maggiore competitività. Questo il tema affrontato dalla Vicepresidente del Freight Leaders Council, Clara Ricozzi, intervenuta durante la tavola rotonda sempre nell’ambito dello stesso evento. “L’esigenza, ritenuta basilare dallo stesso Comitato Centrale dell’Albo, di dar vita ad un vero e proprio Codice dell’autotrasporto – ha spiegato Ricozzi, anche Presidente del Gruppo di Lavoro per la semplificazione normativa – non deve trasformarsi in un’occasione persa: non può essere solo assemblaggio, armonizzazione e razionalizzazione delle norme vigenti, ma deve mirare ad un assetto del mercato trasparente e rispettoso delle regole della concorrenza leale, insieme con una maggiore spinta alla terziarizzazione delle operazioni di trasporto e di logistica. Occorre quindi un processo equilibrato, nel quale ciascun attore faccia valere i propri interessi, ma sia anche pronto alle mediazioni necessarie per un obiettivo da tutti condiviso”.
Diciassette miliardi per la cura del ferro
Presentato questa mattina nella sede del MIT l’aggiornamento 2015 del Contratto di Programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana
Una nuova strategia di investimenti sulla rete ferroviaria italiana che si traduce in maggiore sicurezza, più tecnologia, trasporti puntuali ed efficienti, qualità e comodità per i viaggiatori, soprattutto pendolari.
È questo il filo rosso che collega i tanti interventi contenuti nell’aggiornamento 2015 del Contratto di Programma tra MIT e RFI, presentato questa mattina dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Renato Mazzoncini e dall’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile.
Nove miliardi di risorse aggiuntive, stanziate con le Leggi di Stabilità 2015 e 2016 e con il decreto “Sblocca Italia” che si sommano agli altri otto miliardi previsti nel prossimo aggiornamento 2016, per un totale di 17 miliardi di euro.
Gli obiettivi: Sicurezza, Europa, Merci, TPL
Il ministro Delrio ha aperto i lavori introducendo le aree di intervento e i target principali: innanzitutto il miglioramento degli standard di sicurezza e delle tecnologie per il trasporto ferroviario, per dare una svolta significativa all’esperienza di trasporto di milioni di passeggeri e per proteggere le reti anche dalla fragilità del territorio, spesso soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico.
Il Ministro ha poi ribadito l’importanza per il nostro Paese dei quattro Corridoi Europei che lo attraversano e, di conseguenza, il forte impegno per confermare il ruolo dell’Italia quale snodo essenziale, anche nell’ottica della creazione dello spazio ferroviario unico europeo prevista dal IV Pacchetto ferroviario.
Ha poi indicato i traguardi da raggiungere nel settore delle merci, ossia un potenziamento complessivo dell’offerta, con un miglioramento dell’intermodalità per intercettare il traffico proveniente dai porti e dai retroporti; e in quello del TPL, dove il binomio ferro-gomma può diventare la risposta alla crescente domanda di mobilità degli italiani, con interventi specifici sulla rete ferroviaria del Sud, possibili anche grazie al Pon Infrastrutture e Reti 2014-2020, che attualmente presenta le maggiori criticità.
Infine, le nuove tecnologie che RFI sta installando nei nodi urbani potranno portare ad una maggiore regolarità e frequenza dei treni regionali e metropolitani, con un vantaggio per l’intero sistema di mobilità dei grandi nodi urbani.
FS prima azienda per investimenti in Italia
Renato Mazzoncini, ad di FS Italiane, ha sottolineato il ruolo strategico del gruppo nella ridefinizione dell’offerta di trasporto, sia per i viaggiatori sia per le merci, supportata dall’azione forte e decisa del Governo e del MIT.
Con 74 miliardi di euro, FS si conferma il gruppo industriale che ha attivato più investimenti in Italia: 45 miliardi sono dedicati alle Grandi Opere afferenti anche ai Corridoi Europei; 17 miliardi riguardano lo sviluppo della rete nazionale, fatta di oltre 16mila km su cui corrono 9mila treni al giorno; 8 miliardi per la sicurezza e il mantenimento in efficienza della rete e 4 miliardi per l’innovazione tecnologica.
FS non può che guardare, oltre che all’Italia, anche all’Europa come naturale terreno di evoluzione: proprio per questo è forte l’impegno per portare avanti i lavori di realizzazione dei Corridoi Europei, come quelli in corso tra Treviglio e Brescia e quelli previsti verso Verona il prossimo anno.
Inoltre, l’approvazione del IV Pacchetto ferroviario creerà le condizioni per incrementare i traffici verso gli altri Paesi e soprattutto per competere in tratte estere come la Parigi-Bruxelles.
Le FS sono pertanto pronte a fare la propria parte per sposare la politica europea in fatto di trasporti, che punta a spostare il 30% delle merci dalla strada al treno, sulle distanze superiori ai 300 km. Il panorama attuale vede infatti il 96% dei trasporti in forte dipendenza dal petrolio.
L’impegno per le grandi città
La sfida più grande e urgente per il Gruppo FS è quella dei nodi urbani: dopo aver collegato le grandi metropoli con collegamenti rapidi, frequenti ed efficienti, tocca ora fare un grosso passo in avanti per cambiare l’esperienza di trasporto dei pendolari italiani.
Le nuove tecnologie, rese possibili dal nuovo innesto di investimenti, porteranno a migliorare la regolarità dei convogli, arrivando a distanziamenti tra un treno e l’altro simili a quelli delle metropolitane. Saranno poi attivate nuove fermate e stazioni per dare risposte concrete a chi vuole lasciare a casa l’automobile ma non può ancora farlo.
La chiave di tutto sarà l’intermodalità, grazie anche all’impegno di società come Trenitalia e Busitalia: FS si candida quindi ad avere un ruolo primario nel riprogettare le città, che sono e saranno uno dei principali motori di sviluppo del Paese. Proprio per questo, Delrio ha dichiarato che “ci sono linee su cui noi e FS siamo pronti a giocare un ruolo”. Il riferimento è alla linea ferroviaria Roma – Ostia Lido, per cui – ha annunciato il Ministro – nei prossimi giorni ci sarà “un tavolo con tutti gli attori interessati, d’accordo con il presidente della Regione Nicola Zingaretti, per un cambio di passo”.
Un polo unico per le merci
L’obiettivo, nel trasporto merci, è creare un interlocutore unico ed efficiente per i clienti: oggi in FS ci sono dieci società impegnate in questo settore, tra trazione e logistica, che fatturano circa un miliardo di euro all’anno e una maggiore sinergia industriale non potrà che apportare benefici.
Per questo nella seconda metà del 2016 si arriverà ad un’unica società, controllata dalla holding, che punterà ad un ruolo di punta in questo settore.
Per far ciò, sono prioritari gli interventi rete, per collegare al meglio porti e retro porti e favorire l’intermodalità tra ferro, gomma e nave, offrendo alle imprese servizi competitivi ed effettivamente convenienti.
I conti 2015 e la quotazione in borsa
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Mazzoncini si è detto contento dell’andamento dei conti del 2015: “dai primi lineamenti – ha dichiarato – sta venendo fuori un bilancio di cui sono soddisfatto”.
Rimane prioritario l’impegno per arrivare a “un piano industriale aggiornato, prevedibilmente subito dopo l’estate. La quotazione in Borsa è rimandata di sicuro al 2017”.
Le priorità di investimento sulla rete
Per Maurizio Gentile, ad di RFI, le scelte di investimento sull’infrastruttura sono finalizzate a sviluppare, per un totale di 5,4 miliardi, i quattro Corridoi europei TEN-T che attraversano l’Italia (Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Reno-Alpi e Mediterraneo) e le relative tratte ferroviarie di accesso; potenziare le strutture terminali “core” delle infrastrutture ferroviarie per il rilancio del traffico merci intermodale.
Inoltre, in piena sinergia con il Ministero, previsti 3,5 miliardi per i nodi urbani e il TPL in generale, come anche per i raddoppi previsti su alcune tratte (Andora – Finale Ligure, Pistoia – Montecatini – Lucca), la progettazione dei collegamenti con gli aeroporti, la velocizzazione degli itinerari della linea convenzionale, gli interventi in 400 stazioni per l’innalzamento dei marciapiedi e le barriere architettoniche, il miglioramento degli impianti per l’informazione al pubblico in 600 scali.
Grazie a questa cura del ferro, la curva di investimenti di RFI passa dai 2,8 mld del 2014 ai 3,5 del 2015 e ai 4 previsti nel 2016, fino all’obiettivo dei 5,3 miliardi nel 2020, con importanti ricadute anche sull’economia generale, grazie all’indotto per la costruzione di nuove opere e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Avvio privatizzazione FS Gli operatori logistici sostengono Governo e MIT
L¹avvio del processo di privatizzazione delle Ferrovie dello Stato Italiane, potrebbe rappresentare l¹inizio di una nuova fase per il rilancio del trasporto ferroviario in Italia. Da troppi anni, infatti, il settore ferroviario risente negativamente della mancanza di scelte chiare e condivise a favore di una maggiore competitività del servizio di trasporto delle merci. Una competitività di cui potrà beneficiare l¹intero sistema economico italiano sia esso rappresentato dalle aziende manifatturiere importatrici o, più in generale, dai consumatori e da tutti i soggetti che richiedono sempre di più soluzioni logistiche sostenibili dal punto di vista ambientale. ANITA, Assologistica, Conftrasporto e FerCargo, in rappresentanza dell¹offerta di servizi logistici in Italia, pertanto esprimono pieno apprezzamento e sostegno alla scelta comunicata dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, sulla privatizzazione del gruppo FS e condividono, in particolare, l¹azione che il Governo intende compiere scorporando la società RFI dall¹operatore ferroviario Trenitalia, a vantaggio di una completa indipendenza e terzietà del gestore della rete rispetto a tutti gli operatori ferroviari ed intermodali operanti sul mercato del trasporto merci. Le Associazioni, pronte e disponibili ad ogni possibile confronto sul tema, auspicano un processo veloce ed efficace, anche alla luce delle attuali condizioni economiche mondiali, ed in particolare italiane, per le quali la ferrovia rappresenta un¹opportunità per acquisire nuove quote di mercato rispetto ai flussi commerciali scambiati con principali mercati del centro e Sud Europa.