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Consegnate al Sindaco Marino la nuova smart elettrica e l’inedita smart ebike

A CITYTECH I VEICOLI ELETTRICI RENAULT PER LA MOBILITA’ DEL TERZO MILLENNIO
Renault conferma il proprio impegno nella promozione di una mobilità alternativa ed ecosostenibile partecipando a “Citytech”, evento sostenuto dal Comune di Milano sui temi delle smart cities e dei nuovi paradigmi nei sistemi di trasporto, che si svolgerà presso la Fabbrica del Vapore di Milano il 28 e il 29 ottobre.
A Citytech, Renault porta la propria idea per lo sviluppo di una mobilità nuova per le città del presente e del futuro, moderna, tecnologica e al tempo stesso rispettosa dell’ambiente e delle persone: la mobilità 100% elettrica a zero emissioni.
Renault è impegnata, oggi, nella sfida della mobilità elettrica a zero emissioni, sostenuta quale soluzione più efficace a livello ambientale. Con la gamma Z.E., Renault si distingue oggi come unico costruttore automobilistico a proporre sul mercato una gamma completa di veicoli 100% elettrici, tecnologicamente innovativi ed economicamente accessibili, adatti a tutte le esigenze di guida: dalla mobilità privata e aziendale, alla consegna ecologica delle merci, fino al car sharing.
In particolare, a Citytech, durante il workshop intitolato “Smart Mobility: le nuove frontiere del car-sharing e dell’infomobilità”, in programma martedì 29 settembre dalle 09:30 alle 13:00, Renault approfondirà il tema dell’auto elettrica quale soluzione per eccellenza di una mobilità evoluta e innovativa, che trova una delle sue applicazioni ideali nei più moderni sistemi di car-sharing elettrico. Alla praticità dei tradizionali sistemi di sharing si integrano, in tal modo, i vantaggi della soluzione di mobilità più ecologica, cioè quella 100% elettrica a zero emissioni, creando un modo alternativo ed efficiente di concepire il trasporto in città.
Emilia 3 taglia il traguardo del World Solar Challenge
Alle 9,01, ora italiana, Emilia 3, l’auto solare creata dall’università di Bologna, è arrivata ad Adelaide, nel sud dell’Australia, tagliando il traguardo finale del World Solar Challenge, competizione di livello mondiale per automobili alimentate solo ad energia solare.
Costruita interamente dai componenti del team di Ondasolare, grazie al supporto di numerosi sponsor tecnici e dei dipartimenti di Ingegneria dell’Energia elettrica e dell’Informazione (Dei) e di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, Emilia 3 ha attraversato il deserto australiano da nord a sud percorrendo tremila chilometri in sei giorni, con una media di 65 chilometri all’ora. Francesco Cassarini, Gabriele Rizzoli, Giancarlo Rini, tutti studenti dell’Alma Mater, hanno seguito la macchina nella lunga trasferta australiana e gestito la strategia di gara.
Costruita interamente in fibra di carbonio, Emilia 3 contiene soluzioni meccaniche ed elettroniche – spiega l’ufficio stampa di Unibo – all’avanguardia. Tutto l’apparato tecnico della macchina – pannelli fotovoltaici, motori, elettronica, telemetria, meccanica – non ha avuto alcun problema durante la gara, e tutto il percorso è stato effettuato su strada senza il bisogno di dover trainare la macchina, come invece hanno dovuto fare altri team. Questo nonostante diverse difficoltà, tra cui una giornata di cielo completamente coperto, forte vento traverso e problemi di usura dei pneumatici.Il risultato finale è un’ottima decima posizione in classifica, su ventidue partecipanti, subito dietro i top team giapponesi e olandesi, e accanto ai team di alcune tra le più prestigiose università del mondo, come Stanford e la University of Michigan.
Sabato 4 maggio nasce Mobilita’Nuova
L’Italia ha ipotecato il futuro delle opere pubbliche e della mobilità approvando progetti per nuove autostrade e nuove linee ad alta velocità ferroviaria che costeranno complessivamente oltre 130 miliardi di euro, offriranno ulteriori occasioni di business alla malapolitica e alla criminalità organizzata, sottrarranno al Paese territorio e bellezza spesso senza offrire un servizio migliore alla collettività.
Per soddisfare la domanda di mobilità del 2,8% delle persone e delle merci (è questa la quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 chilometri) si impegna il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore, mentre all’insieme degli interventi per le aree urbane e per il pendolarismo (dove si muove il 97,2% della popolazione) lo Stato destina solo il 25% delle risorse, puntando spesso e ancora una volta su nuove strade, tangenziali e circonvallazioni piuttosto che sul trasporto collettivo o su quello non motorizzato.
C’è un’urgente necessità di riorientare le risorse pubbliche concentrando la spesa laddove si concentra la domanda di mobilità e nello stesso tempo va avviato un radicale ripensamento del settore dei trasporti, sostenendo attraverso scelte strategiche le persone che quotidianamente si muovono usando i treni locali, i bus, i tram e le metropolitane, la bici e le proprie gambe e dando l’opportunità a chi usa l’automobile di scegliere un’alternativa più efficiente, più sicura, più economica.
La #MobilitàNuova si propone di avviare una trasformazione e una rigenerazione della società che va molto al di là della semplice trasformazione degli stili di mobilità individuale e punta a un deciso ridimensionamento del binomio auto+altavelocità. Una scelta, quest’ultima, egoista, dispendiosa, vecchia e inefficiente, che produce inquinamento, incidentalità stradale, danni sanitari, congestione, consumo di suolo e sprawling, aggressione al patrimonio storico, artistico e paesaggistico, iniquità sociale, alienazione e inaridimento delle relazioni sociali.
Al contrario una #MobilitàNuova che ruota attorno a quattro perni – l’uso delle gambe; l’uso delle bici; l’uso del trasporto pubblico locale e della rete ferroviaria; l’uso occasionale dell’auto privata (sostituita in tutti i casi in cui è possibile da car sharing, car pooling, taxi) – modifica lo spazio pubblico e la sua destinazione d’uso, rafforza i legami comunitari tra le persone e tra le persone e il luogo dove vivono, studiano e lavorano, stimola un’economia agroalimentare basata sul km0, crea lavoro stabile, contribuisce a far crescere la percezione di sicurezza attraverso strade e piazze più vissute e frequentate. In altre parole rende le città e il territorio più bello e migliora la qualità della vita.
E’ per questo che ti chiediamo di entrare nella Rete per la #MobilitàNuova, illustrando come questa nuova mobilità può incidere positivamente sui temi che ti stanno a cuore e indicando le tue priorità programmatiche sul tema da indirizzare ai decisori politici.
Insieme daremo vita a questa campagna collettiva e individuale, orizzontale e partecipata, che si articola in due momenti diversi.
Sabato 4 maggio a Milano manifestiamo per imporre ai decisori politici una rivoluzione della mobilità che parta proprio da un riequilibrio delle scelte politiche e delle risorse pubbliche destinate al settore dei trasporti, dando insieme visibilità e sostegno alle vertenze nazionali e locali contro quelle opere pubbliche stradali, autostradali e ferroviarie inutili e dannose per il Paese.
Mentre a partire dal 4 maggio lanceremo insieme una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare (obiettivo un milione di adesioni) che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali disponibili per il settore trasporti a opere pubbliche che favoriscono lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato.
A Reggio Emilia gli Stati generali della Mobilità nuova
Velocità massima in città a 30 km/h, piccoli e puntuali interventi in favore di pedoni e ciclisti e reti ciclabili. E’ la “mobilità nuova”, che prima di tutto si presenta come una rivoluzione culturale per noi cittadini nati e cresciuti nel guscio dell’auto. E’ ciò che emerge della due giorni di Reggio Emilia degli Stati generali della Bici e della Mobilità nuova, evento nazionale organizzato da Anci, Legambiente, Fiab e Salvaiciclisti, con la collaborazione del Comune e l’adesione della Presidenza della Repubblica.
Diversi e internazionali gli spunti su cui si sono confrontati amministratori pubblici, associazioni e cittadini durante le giornate del 5 e 6 ottobre. Soprattutto soluzioni pratiche, interventi chirurgici in grado di “far cambiare strada all’Italia” e diffondere nel nostro Paese una cultura della ciclabilità paragonabile a quella del nord Europa. Cinque le aree di riflessione: normativa (modifiche al Codice della strada e altre normative correlate), organizzazione della mobilità urbana (moderazione del traffico, Zone 30, Ztl, Ztm), governance (politiche nazionali, investimenti, incentivi/disincentivi), cultura ed educazione alla mobilità sostenibile (formazione, informazione e comunicazione con l’obiettivo di far crescere l’opinione pubblica sul tema) e reti ciclabili (circuiti nazionali e locali). Adesso la palla torna agli amministratori.