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A Reggio Emilia gli Stati generali della Mobilità nuova
Velocità massima in città a 30 km/h, piccoli e puntuali interventi in favore di pedoni e ciclisti e reti ciclabili. E’ la “mobilità nuova”, che prima di tutto si presenta come una rivoluzione culturale per noi cittadini nati e cresciuti nel guscio dell’auto. E’ ciò che emerge della due giorni di Reggio Emilia degli Stati generali della Bici e della Mobilità nuova, evento nazionale organizzato da Anci, Legambiente, Fiab e Salvaiciclisti, con la collaborazione del Comune e l’adesione della Presidenza della Repubblica.
Diversi e internazionali gli spunti su cui si sono confrontati amministratori pubblici, associazioni e cittadini durante le giornate del 5 e 6 ottobre. Soprattutto soluzioni pratiche, interventi chirurgici in grado di “far cambiare strada all’Italia” e diffondere nel nostro Paese una cultura della ciclabilità paragonabile a quella del nord Europa. Cinque le aree di riflessione: normativa (modifiche al Codice della strada e altre normative correlate), organizzazione della mobilità urbana (moderazione del traffico, Zone 30, Ztl, Ztm), governance (politiche nazionali, investimenti, incentivi/disincentivi), cultura ed educazione alla mobilità sostenibile (formazione, informazione e comunicazione con l’obiettivo di far crescere l’opinione pubblica sul tema) e reti ciclabili (circuiti nazionali e locali). Adesso la palla torna agli amministratori.
Traffico, oltre 3mila firme per zone con limite 30 km/h
E’ già a quota 3mila firme e oltre la petizione, lanciata pochi giorni fa dal movimento #Salvaiciclisti, per chiedere l’istituzione del limite di 30 km/h nelle aree residenziali di tutte le città italiane.
La petizione, supportata dalla piattaforma Change.org (change.org/30elode), si rivolge ai presidenti di Camera e Senato, a quello della commissione trasporti della Camera e a tutti i parlamentari per ridurre di 20 km/h il limite massimo autorizzato in città. “Investire una persona a 50, a 75 o a 100 km/h – si legge nella petizione – equivale a spingerla giù dal balcone del terzo, del settimo o del tredicesimo piano di un palazzo. Le possibilità di sopravvivenza non serve neppure calcolarle”. Senza contare, si legge ancora, che “7.625 pedoni e 2.665 ciclisti uccisi in 10 anni sulle strade italiane sono un tributo troppo alto da pagare per l’ebbrezza della velocità ed è per questo che chiediamo che venga immediatamente introdotto il limite di velocità massimo di 30 Km/h in tutte le aree residenziali d’Italia, con eccezione delle arterie a scorrimento veloce”.